Il clima di avversione al rischio che si sta diffondendo sui mercati ha dato impulso allo Yen giapponese, tradizionalmente considerato un bene rifugio. La coppia con il dollaro americano è infatti scesa sotto quota 110, sull'onda delle continue pressioni a vendere e mentre l'instabilità finanziaria in Turchia ha fatto rabbrividire il mondo dei mercati emergenti.
Del resto se ampliamo il quadro possiamo notare che le Borse europee sono scese dell'1,1-1,5%, l'euro è sceso al livello più basso da sei mesi a questa parte con un indicatore relative vigor index RVI che evidenzia una certa debolezza, mentre i titoli azionari statunitensi sono diminuiti dello 0,3-0,6% (per poi ritracciare le perdite dopo i verbali del FOMC, che sono stati interpretati come accomodanti).
La dinamica dello Yen
Se vogliamo andare più a fondo nella questione però, al di là degli effetti dovuti al “ciclo delle notizie” si può vedere come i fondamentali economici del Giappone rimangono deboli. Questo dovrebbe essere chiaro a chi adotta strategie trading intraday forex. Di recente il dato sulla inflazione ha evidenziato ancora un rallentamento, là dove la BoJ invece sperava in una inversione di rotta. Quello di risollevare la dinamica dei prezzi al conusmo rimane ancora la sfida maggiore e più difficile da vincere per banca centrale nipponica. Siamo infatti ancora al di sotto dell’1%, livello minimo fra i paesi G10.
Neppure lo Yen più debole sembra potrer dare una grossa spinta alla inflazione, per cui la BoJ dovrà di nuovo rivedere al ribasso le proprie previsioni. Anche perché è difficile immaginare che possa esserci una accelerazione economica così forte e decisa da spingere l’inflazione verso il target del 2%. Semmai è molto più probabile che la stessa Bank of Japan finisca per abbandonare il suo obiettivo d’inflazione.