Dopo un periodo di tregua, sulla Lira turca è tornata la pressione nel mercato valutario. Una vera doccia fredda per molti investitori, che si è consumata nel momento in cui i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni sono cresciuti – come rendimento – passando da 12,87% al 13,47%. Analoga crescita hanno avuto quelli con scadenza 2 anni. Di conseguenza, la valuta turca è scesa in modo repentino e forte.
Cosa succede alla valuta turca
Quello che ha innescato questo processo è il presidente Erdogan. Dopo diverso tempo in cui era rimasto in silenzio, il sultano turco è tornato a parlare. E come spesso è accaduto in passato, ha criticato la posizione della banca centrale del Paese. Erdogan ha sottolineato che non può esserci orgoglio per un Paese con alti tassi di interesse, visto che in tutto il mondo sono bassi se non a zero. Per questo motivo ha rilanciato la propria ricetta, che però già altre volte si è dimostrata fallimentare: tassi bassi. E questo ha finito per pesare sulla valuta turca.
Erdogan e la CBRT
Ricordiamo che Erdogan ha già cambiato due governatori della CBRT nell’ultimo anno e mezzo. Il primo gli serviva per tagliare ripetutamente i tassi, il secondo per correggere quei danni e fargli alzare i tassi nuovamente (Naci Agbal ha alzato i tassi di 675 punti base al 17%). Il risultato di questo saliscendi è che la lira lo scorso anno ha perso il 20% contro il dollaro, mentre l’inflazione è risalita al 14,6% a dicembre. Inoltre gli indicatori che anticipano il trend non preannunciano nulla di buono per la valuta turca.
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I mecati tornano a tremare
L’ultimo intervento di Erdogan ha riportato la tensione tra gli investitori, che ritengono possibile che il sultano finisca per disfare il lavoro difficile dell’attuale governatore. Il tutto peraltro in un contesto già molto difficile a causa del Covid, e con una recessione economica durissima.
Il piano del leader turco è chiaro: vuole tassi bassi per sostenere la crescita e consolidare la sua posizione elettorale. Ma in questo “loop” ormai la Turchia ci vive da anni, e non sembra esserci soluzione. La situazione è molto surriscaldata, perché le esposizioni totali con l’estero a breve termine sono elevatissime e le riserve valutarie basse, perché la Baca centrale negli anni scorsi vi ha fatto massiccio ricorso proprio per tenere a galla la Lira.