Vesna Vulovic è semisconosciuta in Italia ma nel suo Paese (Serbia, ex Yugoslavia) è una celebrità ed oltretutto detiene un record difficilmente egualgiabile: quello di essere sopravvissuta ad un volo di circa 10.000 metri senza paracadute. Questi sono i fatti:
Vesna nel 1972 aveva 22 anni ed era un’assistente di volo, quando il 26 gennaio di quell’anno si trovava sul volo 367 della JAT Yugoslav Airlines diretto da Stoccolma a Belgrado. L’aereo venne fatto esplodere in volo da una bomba piazzata nel vano bagagli anteriore da un gruppo di terroristi dell’Ustaše (separatisti Croati) anche se a quanto pare nessuno rivendicò l’attentato e non vennero fatti arresti a riguardo.
L’aereo si spezzò in due tronconi che finirono vicino al villaggio di Srbská Kamenice in Cecoslovacchia; al momento dell’esplosione Vesna Vulovic, si trovava nella parte posteriore dell’aereo e cosi infatti constatò l’uomo che la soccorse, un certo Bruno Henke che la trovò all’interno della fusoliera squarciata e bloccata tra il corpo senza vita del suo collega e da un carrello porta-vivande. L’uomo, un ex medico dell’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale, le diede i primi soccorsi e questo probabilmente le salvò la vita.
Ad attutire la caduta fu molto probabilmente la foresta molto fitta nella zona d’impatto e l’abbondante neve fresca ma questo non fu sufficiente ad impedire che si procurasse una brutta frattura alla testa, tre vertebre rotte (di cui una completamente) e inoltre rimase temporaneamente paralizzata dalla vita in giù oltre ad avere entrambe le gambe fratturate.
Rimasta in coma per 27 giorni,una volta guarita, riprese a lavorare ma fu assegnata a lavori d’ufficio. Nonostante la brutta esperienza dice di non aver paura di volare in aereo e che le piacciono molto i film con incidenti aerei.
Nel 2009 la radiotv pubblica tedesca ARD, sulla base di alcune ricerche a Praga su dei documenti dell’Autorità dell’Aviazione Civile della Repubblica Ceca, concluse che è estremamente probabile che quell’aereo fu abbattutto erroneamente dall’Aviazione Militare Cecoslovacca e che l’aereo si trovava ad un’altezza inferiore e non a 10.000 metri come pubblicato ufficialmente.
A supporto di questa teoria, ci sarebbero dei testimoni oculari che avrebbero visto l’aereo al di sotto delle nuvole ed inoltre la maggior parte dei pezzi dell’aereo caduto furono ritrovati in una area piuttosto piccola. Vulovic, nonostante non ricordi molto, però ha sempre negato che l’aereo discese ad un altezza inferiore per tentare un atterraggio di fortuna come sostenuto da quest’ultima teoria.
C’è comunque da dire (come si legge in fisica) che la velocità in caduta libera di un corpo, nel suo procedere incontra una forza che lo rallenta e cioè la resistenza dell’aria che aumenta con il crescere della velocità del corpo in caduta libera. Ad un certo punto si verificherà che la forza di gravità e la resistenza dell’aria avranno la stessa intensità: da quell’istante in poi la velocità del corpo non aumenterà più ma sarà costante (velocità limite) essendo uguali ed opposte le due forze che agiscono su esso. Ad esempio un paracadutista in caduta libera, prima che apra il paracadute, raggiungerà la velocità massima dopo 300-400 metri dal lancio. A conclusione di questo ragionamento si può supporre che la velocità di caduta della fusoliera sarebbe stata identica a 10.000 metri come ad un’altezza molto inferiore.

Fonti: http://en.wikipedia.org/wiki/Vesna_Vulovi%C4%87
             http://en.wikipedia.org/wiki/JAT_Flight_367

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