Come tanti intellettuali e uomini di cultura napoletani, Salvatore Pica, classe 1939, esperto di arte e design, è sempre stato un assiduo frequentatore delle gallerie cittadine, soprattutto quella di Lucio Amelio, suo caro amico, ed è proprio lì che l’ho conosciuto non so più nemmeno quanto tempo fa. Salvatore è una persona eclettica, speciale, un creativo come pochi. Sempre ironico e dalla battuta pronta, un uomo certamente molto simpatico, che subito riesce a conquistare chiunque con i suoi aforismi originali.
Un’energia instancabile la sua improntata alla Bellezza e alla promozione della Cultura a tutto tondo: mostre, dibattiti, convegni, tutto pur di stuzzicare la curiosità ed andare oltre… Un percorso di vita straordinario. Un ragazzo come tanti, cresciuto negli affascinanti intricati dedali della Pignasecca, che è riuscito a realizzare il suo sogno più grande: vivere d’arte. Per lui, infatti, essa ha rappresentato un rifugio dal volgare quotidiano, un’oasi rassicurante dopo un’adolescenza segnata dalla morte di entrambi i genitori. I suoi coetanei si sarebbero persi, lui no, lui ha fatto della sua passione un lavoro, fino all’approdo sicuro al design, il suo pane quotidiano, la sua scelta di vita. L’incontro con il design è stato per me l’incontro con l’idea della vita altra, con una sua progettualità. Una frase che ripete spesso. Oltre a promuovere il design italiano, nel suo originalissimo spazio, il Centro Ellisse di piazza Vittoria a Napoli, inaugurato nel 1968, il cui allestimento scenico fu curato proprio da Lucio Amelio, che lo abbellì con opere pittoriche e scultoree di diversi artisti, erano numerosi gli eventi dove spesso si potevano incontrare personaggi straordinari, come il geniale architetto e designer Alessandro Mendini. Con la sua lungimiranza ha sempre utilizzato l’arte e la cultura come veicolo sociale di aggregazione del mercato, attirando l’attenzione di studenti di architettura, architetti o arredatori interessati alle esposizioni di mobili firmati da personaggi di rilievo del settore a cui seguivano puntualmente raffinate pubblicazioni esplicative.
Scopritore di talenti, ha spesso anche promosso esposizioni di artisti emergenti; insomma, un uomo poliedrico dai mille interessi, amante dell’arte, continuamente in fermento per inventare nuove soluzioni ed eventi e promuovere la creatività in ogni suo aspetto. Una mattina sono andato nella sua bellissima casa in via Mergellina per fotografarlo e mi ha accolto, come sempre, con sincero affetto. Elegantissimo, in perfetto stile dandy, ma io volevo catturarne l’anima. Gli ho chiesto quindi di mettere un cappello a falde larghe, che spesso indossa e che lo caratterizza in maniera particolare. Salvatore, senza indugiare, è corso dentro a prenderlo. Dopo qualche scatto di prova ho notato nel salone della casa una scultura in plexiglass trasparente con la forma di un’ellisse che, immediatamente, mi ha ricordato proprio il nome del suo celebre spazio a piazza Vittoria. La luce laterale creava un’ombra netta, dividendo il suo viso in due parti, e insieme al grande cappello quell’inquadratura diventava anche una straordinaria citazione alla famosa fotografia di Irving Penn realizzata a Picasso. Subito capii che sarebbe stato il ritratto che al termine delle riprese avrei scelto. Poi scattai ancora per un po’ di tempo, facendogli dei primi piani molto stretti e alla fine scelsi anche una di queste successive foto. Ancora una volta andai via soddisfatto, come quando sono certo di avere l’immagine giusta. È una sensazione molto appagante che sicuramente mi ricorda costantemente quanto sia gratificante fotografare, cosa che mi fa amare sempre di più questo lavoro.
Augusto De Luca