«Quando desideri che qualcosa si realizzi, faresti qualsiasi cosa: ti aggrappi alla preghiera, esprimi un desiderio con un soffione, cerchi un quadrifoglio, fai un fioretto, rinunci a un giocattolo, aspetti il compleanno per spegnere le candeline ed esprimere proprio quel desiderio o guardi il cielo di notte con la speranza di vedere una stella cadente, perché non importa quanto sia piccolo o grande il tuo desiderio, è solo tuo e se si avverasse ti farebbe felice per sempre».
“Phoenix – Il potere immenso della musica” di Salvatore Cafiero e Lisa Di Giovanni è un’appassionante opera autobiografica che, attraverso un linguaggio sincero e poetico, fa dono di una testimonianza capace di toccare le corde più profonde del cuore, e non solo del cuore, anche di una chitarra, mezzo mediante il quale Cafiero si è salvato da un incubo durato anni e da cui, grazie alla musica, ne è uscito rinnovato, esattamente come una fenice. Uno spaccato di vita messo ulteriormente in risalto, nell’incipit dell’opera, dalle toccanti parole dell’amico e collega Raffaele Riefoli, in arte Raf, e da quelle della Dott.ssa Maura Ianni, Professoressa di Psicologia Generale all’Università degli Studi di Tor Vergata di Roma, la quale propone un attento pensiero sulla condizione che per anni lo ha tenuto imbrigliato. In 23 capitoli, numero non causale ma, al contrario, ricco di importanti significati, viene narrato in prima persona quello che il protagonista “possiede nell’anima, perché crede fermamente che la sua esperienza possa essere di aiuto ad altre persone” e ripercorrendo le tappe fondamentali della sua vita, Cafiero affronta temi universali in cui ognuno può ritrovarsi: l’amore, la sofferenza, la libertà, il bisogno di esprimersi e affermarsi. Risulta commovente, in particolare, la descrizione della malattia che durante l’infanzia e l’adolescenza gli ha reso la vita un vero inferno, la celiachia, ancora negli anni Novanta non ben identificata e spesso scambiata per anoressia o per qualche disturbo psichico. Nel suo caso, la benedizione è arrivata grazie a un’infezione da epatite A che lo ha costretto a cambiare radicalmente alimentazione, aprendogli così le porte di una nuova fase della sua vita. Tra dolori lancinanti, attacchi di panico e un corpo che non riusciva a fiorire solo la musica, dunque, è riuscita a trasformare il suo malessere in linfa vitale e a farlo diventare il musicista affermato e realizzato che è ora: “Il suono, la melodia, il ritmo rendevano tutto più semplice, perché mi permettevano di volare dove mi sentivo al sicuro e dove tutti miei mali perdevano terreno, ed era come se non fossi mai stato male”. Una chitarra, una cantina dove fare pratica lontano dalla droga e i grandi maestri del rock, del jazz e del blues dai quali apprendere i segreti del mestiere per poi mettere a punto uno stile unico e personale, risultato di anni di ricerca, passione e duro lavoro che Cafiero racconta anche attraverso episodi della sua vita artistica, in cui si descrive come uomo e musicista. Un’opera in cui arte, dolore e riscatto si uniscono dando vita a una storia in cui potersi specchiare e dalla quale trarre conforto e ispirazione per ritrovare la forza di volontà, la fiducia e il coraggio necessari alla realizzazione dei propri sogni, soprattutto nei momenti più difficili: “nessuno vi aiuterà quando avrete il vento a sfavore, ma sarete voi i capitani della vostra barca anche in mezzo alla tempesta”.
SINOSSI DELL’OPERA
Salvatore Cafiero è stato un bambino e adolescente “diverso”. Perseguitato dallo spettro di una malattia senza nome, Salvatore ha convissuto col senso di impotenza di una fragilità costitutiva. La cura è venuta dall’esterno, dalle intime vibrazioni con cui la musica scuoteva l’aria, dalla tensione delle corde di chitarra. Il ragazzo si rintanava nella cantina di casa portando con sé la chitarra rubata al fratello: la provava, ne sfiorava le corde con dedizione sacrale; suonava e, finalmente, viveva. Quando riconobbero e nominarono per la prima volta i suoi sintomi, l’etichetta di “ragazzo celiaco” non bastava più a definirlo: Salvatore era già intimamente un musicista. Costretto, all’isolamento forzato di un lockdown nazionale, Salvatore Cafiero sembra riavvolgere il nastro della propria vita. Col sostegno e incoraggiamento di Lisa di Giovanni, traduce i ricordi in parole e invita le nuove generazioni a custodire la diversità, a costruirsi sui propri limiti, a perseguire attitudini e passioni.
BIOGRAFIA DEGLI AUTORI
Salvatore Cafiero è un musicista, cantautore e produttore. Vanta una carriera illustre contraddistinta da una vasta esperienza live nazionale ed internazionale e da una serie di collaborazioni prestigiose. Fondatore dei Super Reverb, nel 2011 intraprende ufficialmente la carriera da solista con il nome Cafiero ed entra a far parte, come chitarrista, della band di Dolcenera. Nel 2014, dopo una serie di show live negli Stati Uniti, pubblica l’Ep “Suck my Blues”, progetto discografico in lingua inglese, di cui è produttore, autore, cantante e chitarrista. Nello stesso anno entra a far parte della band di Gianluca Grignani, con il quale si esibisce in veste di chitarrista al Festival di Sanremo 2015. Segue una collaborazione con Eros Ramazzotti per il live “Perfetto Word Tour” e il 1° settembre 2015 si aggiudica il premio “Miglior chitarrista dell’anno” al concorso indetto dal “MEI”. Successivamente, collabora anche con i Tiromancino, Nek ed Elodie. L’8 settembre 2017 Cafiero pubblica il suo primo disco ufficiale dal titolo omonimo “Cafiero”. Un traguardo importante che segna l’inizio di un nuovo ed entusiasmante cammino.
Nel 2018 rinnova la formazione dei Suck my Blues e pubblica l’album “Rebirth”, eccellente fusione di blues, rock ed elettronica. Nel 2019 è membro della super band della tournée di Raf e Umberto Tozzi.
Nel 2020 Cafiero lancia, a sorpresa, su YouTube il singolo “Ti guardo ancora un po’” per sostenere l’emergenza Covid-19. Il 25 maggio l’artista pubblica “Cafiero Music Pen Drive”, il secondo ed emozionante capitolo cantautorale. A gennaio 2021 torna sulla scena musicale con il singolo “Amarsi a perdere” e il 16 novembre è nuovamente impegnato come chitarrista nel tour di Raf e Umberto Tozzi “Due – La nostra storia”.
Lisa Di Giovanni è nata a Teramo e vive a Roma da oltre vent’anni. Laureata in psicologia, lavora per una società di telecomunicazioni come business manager. È il portavoce di ANAS (Associazione Nazionale di Azione Sociale), dove si occupa di pubbliche relazioni e progetti di inclusione sociale, nonché il tesoriere di CardioRes. È editor e pubblicista sul quotidiano “Paese Roma”, per il Quotidiano sociale, Web Magazine 24, Gazzetta Matin e Blasting News giornale partecipativo, ed è inoltre il coordinatore responsabile del bimestrale cartaceo ‘La finestra sul Gran Sasso’, un magazine che parla di: tradizioni, arte, cultura, poesia e attualità. È scrittrice e poetessa, il suo ultimo libro pubblicato in inglese e italiano, è “Daylight” contenente poesie, racconti e riflessioni. Ha pubblicato, in collaborazione con un altro artista, la serie di fumetti “Human’s end” e, insieme a Nicola Magnolia, un saggio sul grande Go Nagai. Responsabile dell’ufficio stampa ‘Diffondi Libro’, agenzia di comunicazione per scrittori e case editrici non a pagamento che lavora a livello nazionale e ha sede a Roma, è anche l’ideatrice del Concorso Letterario Nazionale ‘FavolosaMente’. Collabora, inoltre, con diverse reti televisive che si occupano di diffondere libri. Da giugno 2021 fa parte di un “Team di professioniste e imprenditrici” di eccellenze italiane, gruppo coadiuvato dalla Confederazione AEPI (Associazioni Europee di professionisti e Imprese), ed è cofondatrice del marchio ‘Sinapsi 180’.