Arriva la decisione del Consiglio dei Ministri, che fissa ufficialmente la data in cui gli elettori italiani saranno (nuovamente) chiamati alle urne per un referendum, con quesiti che questa volta riguardano le tematiche delle attività produttive e del lavoro. Ecco in dettaglio le informazioni su questo tema.
Per la settantatreesima volta nella storia della Repubblica, gli italiani sono chiamati alle urne per esprimere la propria preferenza su dei quesiti referendari. A poco più di sei mesi di distanza dall'ultima tornata, che bocciò la riforma costituzionale del Governo Renzi provocando scossoni anche al Governo, con le dimissioni dello stesso premier, si torna infatti a far valere la propria posizione, ma su tematiche collegate al lavoro e alle attività produttive.
Referendum il 28 maggio. Il Consiglio dei Ministri del 14 marzo ha ufficializzato la data per il prossimo referendum popolare, che si terranno dunque domenica 28 maggio e avranno come oggetto "l’abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti" e "l’abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)". Si tratta, per l'appunto, di quesiti abrogativi, che dunque necessitano di raggiungimento del quorum per avere validità.
I temi del referendum. Ma andiamo ad approfondire più nello specifico i temi su cui saremo chiamati ad esprimerci, partendo proprio da quello che appare il più ostico e sicuramente più tecnico. In realtà, negli ultimi mesi l'esecutivo è sembrato disponibile a ragionare su una riforma più complessiva della materia degli appalti, seguendo la linea già tracciata con l'introduzione del nuovo Codice nello scorso mese di aprile, ma con ogni probabilità si attenderà ora l'esito delle urne.
La responsabilità solidale. Tornando al quesito, il nodo centrale è la cosiddetta responsabilità solidale che negli appalti privati committenti, appaltatori e sub-appaltatori hanno verso i lavoratori impiegati; come spiegano gli esperti di Appaltitalia, il sito di informazione specializzata sugli appalti in Italia, attualmente la legge prevede che, nei casi di irregolarità nel saldo di stipendio e contributi, il dipendente possa rivalersi su chi ha commissionato l’appalto se (e soltanto se) non sia riuscito a ottenere il dovuto dal proprio datore di lavoro. Il referendum invece intende introdurre maggiori tutele per i dipendenti, che potrebbero rivolgersi direttamente al committente dell’appalto.
Il tema voucher. Il quesito sui voucher invece cerca di regolamentare lo strumento che serve a retribuire piccoli lavori saltuari, e che è stato implementato dal famoso Jobs Act e dalla riforma Fornero del 2012 (che ne ha esteso le possibilità di utilizzo in pratica a ogni settore e condizione). La Cgil è in posizione fortemente critica su questo tema e ha avviato la battaglia referendaria, con l'obiettivo di eliminare del tutto i voucher e arrivare a una nuova regolamentazione del settore.
Ipotesi allo studio. In realtà, anche in questo comparto il Governo si sta già muovendo, con una serie di ipotesi allo studio, come la riduzione dei 7 mila euro di soglia reddituale o l'accorciamento dei tempi di rimborso, mentre nel testo unificato che dovrebbe arrivare all'esame della commissione Lavoro della Camera si introduce un doppio voucher, uno imprese da 15 euro e uno per famiglie da 10 euro.