Si avvicina il nuovo meeting della banca centrale di Russia, dalla quale ci si aspetta un nuovo aumento dei tassi di interesse, dopo quello straordinario di 350 punti base fatto il mese scorso per arrestare la discesa della quotazione del rublo.
L'attuale quotazione della valuta russa
Sarebbe facile dire che il rublo sta viaggiando sulle… montagne russe. La maxi-stretta del mese scorso ha consentito alla valuta nazionale di recuperare dai massimi di 17 mesi rispetto al dollaro, quando la quotazione dell'USDRUB era giunta in area 100. Il cambio adesso si trova su quota 93,2, che comunque è il 30% in più rispetto ai valori di inizio anno. Tuttavia il Parabolic Sar trading indicatore è salito sopra i prezzi.
Valuta sotto pressione
Sul rublo pesa la graduale apertura dei mercati finanziari, che ha consentito alle imprese e alle famiglie di fuggire verso attività estere, amplificando l’effetto che i significativi squilibri commerciali hanno sul rublo.
Mentre le importazioni sono cresciute negli ultimi mesi, l’embargo occidentale sul petrolio ha danneggiato l'export, facendo crollare il surplus commerciale di luglio del 77% rispetto all’anno precedente.
La mossa della CBR
Per arginare la caduta della quotazione del Rublo, la Banca di Russia ha da poco aumentato il volume delle vendite di valuta estera a 21,4 miliardi di rubli al giorno, invece degli attuali 2,3 miliardi. La mossa compensa la domanda in entrata di valuta forte, mentre le sanzioni costringono la Russia a pagare gli Eurobond in rubli.
Suggerimento: se volete fare trading sul rublo, imparate bene i pattern trading significato perché li ritroverete spesso sul vostro cammino.
Inflazione e crescita
Nel frattempo il tasso di inflazione annuale in Russia è salito al 5,2% nell’agosto 2023 dal 4,3% di luglio, segnando il livello più alto in sei mesi. La crescita invece ha segnato un +4,9% su base annua nel secondo trimestre, recuperando da una contrazione dell’1,8% nel periodo precedente. Si tratta della prima espansione del PIL della Russia dal primo trimestre del 2022, quando l’invasione dell’Ucraina innescò le sanzioni internazionali. L’espansione è vista come un segnale positivo dalla Banca Centrale Russa, che rafforza le ragioni per un aumento dei tassi di interesse.