Altro che 70 dollari. Le previsioni circa le quotazioni del petrolio nel 2018 stanno subendo un certo ridimensionamento, dovuto alla necessità di inglobare il doppio rischio Stati Uniti. Il riferimento è anzitutto alle scaramucce con la Cina riguardo i dazi commerciali. E' charo infatti che una guerra dei dazi frenerebbe l'economia globale, e di conseguenza rallenterebbe anche la domanda di petrolio. Il secondo riferimento è alla crescita della produzione di petrolio a stelle e strisce, che continua ad aumentare mettendo a rischio tutti gli sforzi dell'OPEC sui tagli produttivi.
Lo scenario per la quotazione del petrolio
Se l'escalation produttiva americana dovesse andare avanti, ben presto gli USA diventeranno il primo produttore mondiale di petrolio. Questa scalata darebbe una spallata fortissima ai sogni di riequilibrio tra domanda e offerta, e chiaramente si ripercuoterebbe sulle quotazioni del petrolio, come avvertono gli analisti del miglior broker CFD trading. Dal momento che questo rischio è aumentato, le previsioni sul prezzo dell'oro nero per quest'anno hanno subito una revisione al ribasso. Le nuove previsioni infatti vedono il barile del petrolio molto lontano da quella quota 70 dollari che molti pronosticavano settimane fa.
Attualmente, secondo i dati della migliore piattaforma trading online gratis, il prezzo del WTI viaggia verso quota 63,2 dollari al barile. Invece la quotazione del Brent è in flessione attorno a quota 68 dollari al barile. Il trend ribassista è già in corso da diverse sedute, ma la cosa più preoccupante per i produttori è che la tendenza di quest'anno vede un consistente surplus dell'offerta di greggio rispetto alla domanda (dovrebbe essere di circa 0,4 milioni di barili nel 2018, mentre l'anno prossimo scenderà a 0,3 milioni). In uno scenario del genere, la quotazione del petrolio potrebbe aumentare solo se la domanda dovesse crescere. Ma sembra difficile…