Il Governo tecnico di Mario Monti spinge l’acceleratore sulla legge delega per avere un Parlamento senza più condannati e liste pulite ovunque.
Il ministro della Giustizia, Paola Severino, è piuttosto determinata e vorrebbe inserire questa norma sull’incandidabilità di tutti coloro che hanno una condanna passata in giudicato per pene superiori a due anni al più presto per fare in modo che sia operativa già a partire dalla prossima campagna per le elezioni alla Regione Lazio. Questa norma riguarderà non solamente per i candidati al Parlamento italiano, ma anche per i candidati al Parlamento europeo, Regioni, Province, Comuni, circoscrizioni, aziende speciali e ogni specie di rappresentanza a livello periferico. Inoltre non si possono candidare come presidente del Consiglio dei ministri, ministro o sottosegretario tutti coloro che hanno commesso reati gravi oppure sono stati giudicati colpevoli.
Le insidie e le trappole sono però dietro l’angolo anche perché nel testo relativo al ddl anticorruzione oltre alle norme penali che alcuni emendamenti pidiellini vorrebbero trasformarle in “salva Ruby” vi sono altre questioni controverse relative al “no” al collocamento fuori ruolo delle toghe per più di 5 anni e alla loro esclusione dagli arbitrati. Poi non c’è da sottovalutare un altro aspetto rilevante e cioé che nel nostro e attuale Parlamento vi sono tanti condannati e tantissimi indagati. I condannati in via definitiva presenti alla Camera dei Deputati e al Senato sono più di 20. E tra l’altro sono di diversi partiti politici. Riusciremo ad avere una “democrazia pulita” in Italia?
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