Chi si attendeva una svolta forte e duratura per il mercato petrolifero è rimasto deluso. L'effetto dell'intesa tra Russia e Arabia Saudita è infatti durato davvero poco. Dopo un piccolo balzo nella giornata di ieri, la quotazione del greggio ha ripreso i suoi moivimenti discendenti oggi. Un segno inequivocabile che adesso tutti si aspettano mosse concrete e non più chiacchiere. Del resto la "ferita di Doha" è ancora impressa nella mente. Anche allora si parlò di un possibile accordo sulla produzione. E anche allora finì con un nulla di fatto.
Continua la discesa del prezzo del greggio
Anche per questo motivo le negoziazioni di petrolio hanno modificato di poco il loro andamento. Questa mattina la piattaforma di investimento online Plus500 segnava un ribasso del prezzo dell'oro nero, sceso a 44.98 alle 10 del mattino. L'intesa Russia-Arabia ha quindi subito esaurito il suo effetto.
Il gelo degli investitori è un segnale evidente di come venga visto l'ammiccamento tra i due pasei, che da soli valgono il 21% del mercato. Per chi opera online l'intesa significa solo una manifestazione di intenti, che vale però poco se non ci sono dati concreti su come si intende congelare l'output.
In special modo, le incertezze riguardano la posizione dell'Iran. Esattamente come accadde a Doha. Teheran ha chiaramente fatto intendere che rivole i livelli di produzione che aveva prima che gli fossero imposte delle sanzioni.
Il problema è che se da parte della Russia può esserci un'apertura (lo ha detto anche Putin), da parte dei sauditi la cosa pare essere molto più complessa. Ci sono ragioni economiche e religiose, infatti, a dividere profondamente i due paesi. Servirebbe un'apertura al dialogo. Ma fino ad ora non c'è.
Ecco perché è estremamente difficile che possa muoversi qualcosa di concreto già nel prossimo meeting di Algeri. Del resto a quell'appuntamento mancano soltanto poche settimane. Una data in calendario più interessante potrebbe invece essere a novembre, quando ci sarà un altro summit.
