Il giudice del Lavoro del Tribunale di Melfi, Amerigo Palma, ha accolto il ricorso presentato dalla Fiat, valutando così che l’azienda non ha tenuto una condotta antisindacale quando ha licenziato i tre lavoratori dello stabilimento Sata della Fiat di Melfi nel 2010.
Giovanni Barozzino e Antonio Lamorte (delegati Fiom) e Marco Pignatelli erano stati licenziati con l’accusa di aver ostacolato il percorso di un carrello robotizzato durante un corteo interno e che quindi impedivano di lavorare ad altri operai che non partecipavano allo sciopero.
A seguito del loro ricorso, la Fiat li aveva riammessi in fabbrica e consentito ai due delegati l’utilizzo della saletta sindacale ma da oggi i lavoratori rimarranno a casa senza stipendio.
Il legale della Fiat Francesco Amendolito si spiega: “Dopo circa un anno di istruttoria e ben 26 testimoni ascoltati, è stata appurata la verità materiale e giuridica sui fatti che si sono verificati nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2010 e soprattutto che la Sata non ha mai tenuto comportamenti persecutori e antisindacali nei confronti della Fiom”.
Durissima la reazione della Fiom che annuncia un ricorso.
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