Il nuovo album è una conferma di sonorità raffinate, alle quali negli anni ci ha abituato il cantautore, con una crescita costante verso la consapevolezza desunta da testi profondi e di strema originalità.
“Adesso” si apre con la tracia intitolata NELL’ANNO DEL SIGNORE, dove per la prima volta, Maurizio tratta il tema della guerra e lo fa, con un realismo tale, che ascoltando il pezzo, Possiamo vedere con i nostri occhi i quei giovani soldati mandati a difendere una patria il più delle volte sentita troppo distante, da essere per loro indifferente. I miliardi di lettere inviate dal fronte diventa il pretesto per il cantautore per raccontare le storie di tanti essere umani sospesi tra la vita e la morte senza avere un’idea del loro destino, mentre intorno a loro, si bruciava una strage disumana e intollerabile.
Un rock acceso e incalzante sferza il ritmo di ADESSO, un brano dove troviamo chitarre aggrovigliate a pensieri che rincorrono immagini di un fotogramma esistenziale. Lo cercare spazio diventa sinonimo di farsi avanti con tutta la forza e il coraggio in nostro possesso trovando il proprio posto nel mondo. “E se alla fine uno sbadiglio ti toglierà dagli occhi ogni stupore, tu rimani ciò che sei…”: l’abitudine a volte ci inoltrare in territori che non vorremo nemmeno vedere sulla superficie delle nostre necessità, eppure arriva il giorno in cui arretriamo nell’indifferenza per colpa di qualche misero scherzo del destino travestito da cinismo, dettato da criteri sociali troppo discostati dalla nostra interiorità, l’importante è non demordere e capire chi si è veramente.
Armonie sospese e delicate aprono “LENTAMENTE TI AVVICINI” per poi amplificare la loro veemenza: “Esistono rumori che nessuno può sentire….” : una canzone apparentemente d’amore che verte sulle fessure più nascoste del sentimento, perlustrandone ogni angolo, ma la cui analisi interiore rimane in primo piano come le chitarre, che non temono confronti e si scatenano in un assolo finale di grande spasmo.
“UN ISTANTE” è un dialogo con se stessi: “Una fotografia ti ha già portato via….un’altra tua bugia si spegnerà nel tempo….”. La notte diventa motivo di ricerca e di comprensione con quella parte di sé spesso in contrasto con la coscienza. “Spezza le catene di questo mio tormento e dammi una risposta per quello che ora sento…”: non è facile interpretare ciò che l’inconscio ci rivela e spesso è presente “Quello che non sai e quello che non vuoi”. La verità può spezzare il nostro Io frammentando la nostra identità che vaga di notte per cercare di ritrovarsi… E’ possibile forse aspirare all’eternità? “Per sempre” è una carezza soffusa che sembra rincorrere i sogni. Pagine di un diario scritto con gli accordi di un’anima in disaccordo con se stessa e con il proprio tempo: ”Ho perso le distanze tra la realtà e il dolore….ho perso le speranze buttando via il mio nome sognando un’altra vita da giocare….” L’anafora che percorre il brano “PER SEMPRE” insiste su quello che si perde, per poi ritrovare, lungo la strada della propria disamina interiore, la forza dell’amore capace di disseminare ovunque la speranza: “Ciò che abbiamo dentro è per sempre…”: se da una parte persiste una perdita, che il cantautore comunica con la ripetizione del verbo perdere in prima persona, dall’altra abbiamo la certezza che le cose più importanti, quelle che ci fanno essere ciò che siamo, permangono.
Musicalmente leggiadra e disincantata è CAPITA A VOLTE CHE, una canzone che sembra scorrere fotografie di una realtà a volte magari inaccettabile, ma soltanto “a volte”: sono momenti, frangenti di un tempo che interrompe le nostre certezze ma con i quali dobbiamo pur sempre confrontarci. Le metafore che si frappongono nel testo sono davvero efficace nel comunicare l’andirivieni di pensieri e di un flusso di coscienza, mentre batteria la fa da padrone, tanto da arrivare a spezzare le stesse movenze della mente, assumendo la forma di quelle indecisioni.
FACCIAMO LA PACE è una canzone che nasce come motivo di conforto per una cara amica di Maurizio Pirovano e racconta di un addio che una figlia rivolge al padre. Una ballata rock commovente la cui musicalità, si amplifica a poco a poco, trasmettendo tutto il senso del vuoto della scomparsa, a cui si contrappone una certezza: la presenza di qualcosa e qualcuno che va oltre la vita terrena.
NON CI SONO PIU’ chiude un album che è un manifesto della fragilità umana e di tutte quelle inquietudini che le appartengono, una confessione a se stessi immersa nella solitudine di un Io confuso.La traccia che conclude il disco è l’amara disillusione di un tempo che non ritorna, la presa di coscienza di una realtà che per poter crescere deve essere accettata; avvertiamo qui una batteria, che sferza il tempo con un ritmo pulsante, ricordandoci che per un passato che è passato, c’è un futuro lì davanti a noi….
Sonia Bellin
Adesso è il titolo del nuovo album di MAURIZIO PIROVANO cantautore che vanta una carriera musicale lunga di oltre 20 anni con ben sei album pubblicati. Tanti sono i premi e i riconoscimenti a livello nazionale per un cantautore che al rock più classico, abbina magistralmente il cantautorato italiano,con testi evocativi e le cui immagini, si accordano perfettamente con il suo stile.
Il nuovo album è una conferma di sonorità raffinate, alle quali negli anni ci ha abituato il cantautore, con una crescita costante verso la consapevolezza desunta da testi profondi e di strema originalità.
“Adesso” si apre con la tracia intitolata NELL’ANNO DEL SIGNORE, dove per la prima volta, Maurizio tratta il tema della guerra e lo fa, con un realismo tale, che ascoltando il pezzo, Possiamo vedere con i nostri occhi i quei giovani soldati mandati a difendere una patria il più delle volte sentita troppo distante, da essere per loro indifferente. I miliardi di lettere inviate dal fronte diventa il pretesto per il cantautore per raccontare le storie di tanti essere umani sospesi tra la vita e la morte senza avere un’idea del loro destino, mentre intorno a loro, si bruciava una strage disumana e intollerabile.
Un rock acceso e incalzante sferza il ritmo di ADESSO, un brano dove troviamo chitarre aggrovigliate a pensieri che rincorrono immagini di un fotogramma esistenziale. Lo cercare spazio diventa sinonimo di farsi avanti con tutta la forza e il coraggio in nostro possesso trovando il proprio posto nel mondo. “E se alla fine uno sbadiglio ti toglierà dagli occhi ogni stupore, tu rimani ciò che sei…”: l’abitudine a volte ci inoltrare in territori che non vorremo nemmeno vedere sulla superficie delle nostre necessità, eppure arriva il giorno in cui arretriamo nell’indifferenza per colpa di qualche misero scherzo del destino travestito da cinismo, dettato da criteri sociali troppo discostati dalla nostra interiorità, l’importante è non demordere e capire chi si è veramente.
Armonie sospese e delicate aprono “LENTAMENTE TI AVVICINI” per poi amplificare la loro veemenza: “Esistono rumori che nessuno può sentire….” : una canzone apparentemente d’amore che verte sulle fessure più nascoste del sentimento, perlustrandone ogni angolo, ma la cui analisi interiore rimane in primo piano come le chitarre, che non temono confronti e si scatenano in un assolo finale di grande spasmo.
“UN ISTANTE” è un dialogo con se stessi: “Una fotografia ti ha già portato via….un’altra tua bugia si spegnerà nel tempo….”. La notte diventa motivo di ricerca e di comprensione con quella parte di sé spesso in contrasto con la coscienza. “Spezza le catene di questo mio tormento e dammi una risposta per quello che ora sento…”: non è facile interpretare ciò che l’inconscio ci rivela e spesso è presente “Quello che non sai e quello che non vuoi”. La verità può spezzare il nostro Io frammentando la nostra identità che vaga di notte per cercare di ritrovarsi… E’ possibile forse aspirare all’eternità? “Per sempre” è una carezza soffusa che sembra rincorrere i sogni. Pagine di un diario scritto con gli accordi di un’anima in disaccordo con se stessa e con il proprio tempo: ”Ho perso le distanze tra la realtà e il dolore….ho perso le speranze buttando via il mio nome sognando un’altra vita da giocare….” L’anafora che percorre il brano “PER SEMPRE” insiste su quello che si perde, per poi ritrovare, lungo la strada della propria disamina interiore, la forza dell’amore capace di disseminare ovunque la speranza: “Ciò che abbiamo dentro è per sempre…”: se da una parte persiste una perdita, che il cantautore comunica con la ripetizione del verbo perdere in prima persona, dall’altra abbiamo la certezza che le cose più importanti, quelle che ci fanno essere ciò che siamo, permangono.
Musicalmente leggiadra e disincantata è CAPITA A VOLTE CHE, una canzone che sembra scorrere fotografie di una realtà a volte magari inaccettabile, ma soltanto “a volte”: sono momenti, frangenti di un tempo che interrompe le nostre certezze ma con i quali dobbiamo pur sempre confrontarci. Le metafore che si frappongono nel testo sono davvero efficace nel comunicare l’andirivieni di pensieri e di un flusso di coscienza, mentre batteria la fa da padrone, tanto da arrivare a spezzare le stesse movenze della mente, assumendo la forma di quelle indecisioni.
FACCIAMO LA PACE è una canzone che nasce come motivo di conforto per una cara amica di Maurizio Pirovano e racconta di un addio che una figlia rivolge al padre. Una ballata rock commovente la cui musicalità, si amplifica a poco a poco, trasmettendo tutto il senso del vuoto della scomparsa, a cui si contrappone una certezza: la presenza di qualcosa e qualcuno che va oltre la vita terrena.
NON CI SONO PIU’ chiude un album che è un manifesto della fragilità umana e di tutte quelle inquietudini che le appartengono, una confessione a se stessi immersa nella solitudine di un Io confuso.La traccia che conclude il disco è l’amara disillusione di un tempo che non ritorna, la presa di coscienza di una realtà che per poter crescere deve essere accettata; avvertiamo qui una batteria, che sferza il tempo con un ritmo pulsante, ricordandoci che per un passato che è passato, c’è un futuro lì davanti a noi….
Sonia Bellin