L'afasia incide sull'umore? Per scoprirlo, diversi scienziati hanno portato avanti interessanti, che hanno permesso di capire meglio come funziona il cervello. L'afasia, di per sé, è una lesione delle aree del cervello deputato al linguaggio. In base al tipo di afasia, la persona può perdere qualche sillaba, è costretta a parlare piano con frasi brevi, oppure, addirittura, non riesce a capire quello che dice o quello che gli viene detto, anche se i parlanti usano la sua stessa lingua.
In altri casi, invece, la persona che soffre di afasia parla molto velocemente, ma sostituisce senza accorgersene alcune sillabe, quindi non riesce a farsi capire. Nel primo caso, si parla di afasia non fluente, nel secondo di afasia fluente. Il problema non si manifesta solo nel parlare e nel capire quello che si sente, ma anche nel leggere e nello scrivere, dove la persona che soffre di afasia ha particolari difficoltà.
Quanto questi disturbi incidono sull'umore? Per capirlo, negli anni 2000 sono stati condotti diversi studi. Così, si è riscontrato che i soggetti con afasia hanno una sorta di "ansia da prestazione" quando sono spinti a parlare. L'assenza di una comunicazione, anche di base, aumenta il senso di isolamento, quindi può portare al cattivo umore e, nel peggiore dei casi, alla depressione, anche grave. Infatti, secondo le ricerche, la comunicazione influisce direttamente su come si giudica il proprio stato di benessere fisico e mentale.
Quindi, le persone con afasia, avendo grosse difficoltà, potrebbero essere più vicine allo spettro della depressione e lontani dal benessere. Non è tutto. Secondo gli studi, chi ha subito un ictus soffre di depressione nel 50% dei casi.
Chi soffre di afasia, invece, arriva anche al 70%. Anche se le circostanze, ovviamente, cambiano in base ai periodi, la cronicità della difficoltà potrebbe, quindi, incidere sull'umore della persona. Anche l'ansia diventa un fattore determinante.
Quindi, ora gli studi successivi andranno a verificare quale sia questo ruolo dell'ansia e, quanto, invece, possa essere dipendente dai danni cerebrali. Questo aiuterà in futuro le persone con questi problemi a uscire dall'isolamento e a ritrovare una socialità nonostante il linguaggio ormai compromesso. C'è anche da dire che non tutti sono soggetti afasici allo stesso modo: c'è chi ha forme più leggere e chi, invece, è più colpito dalla malattia.
Anche il contesto sociale può determinare stati di ansia o preoccupazioni che portano poi alla depressione o al semplice cambiamento di umore. La strada della scienza neurologica è sicuramente quella giusta e non mancherà di dare importanti risposte.
Per ora, almeno si sa che la malattia incide in modo devastante sulla psiche della persona che, dopo un problema del genere, deve essere aiutata a combattere la malattia e affrontare la vita di tutti i giorni senza paura.