Nell’antica Cina ogni villaggio aveva un medico che si occupava dei problemi di salute dei suoi abitanti. Il servizio era organizzato in modo che ogni nucleo familiare in buona salute pagasse una retta fissa al guaritore; Essa però veniva immediatamente interrotta se uno dei componenti la famiglia si ammalava. Perciò quante più famiglie cadevano in malattia tanto più basso risultava il reddito del medico. Era così suo interesse primario ripristinare quanto prima il buono stato di salute dei concittadini in modo da poter tornare a percepire il compenso interrotto.
Questo esempio ci fa comprendere quanto fosse illuminata l’antica società cinese e quanto invece risulta stupida la nostra (occidentale) odierna dove, indifferente all’agire e soprattutto ai risultati dei nostri politici, il popolo continua, senza mai lamentarsi, a pagar loro una cospicua retta mensile.
Se infatti vagliamo i provvedimenti attuati per ripianare i conti nazionali, come voluto dall’UE per scongiurare l’instabilità dell’euro, comprendiamo come essi abbiano interessato tutta una serie di comparti. Si va dalla scuola, dove da settembre fino ai prossimi 4 anni verranno tagliati oltre 50.000 docenti precari; ai tagli alle forze dell’ordine, che spesso si lamentano di non avere nemmeno la benzina per fare andare le auto di pattuglia; ai tagli alla sanità come la chiusura degli ospedali nei centri più piccoli e l’accorpamento dei servizi sanitari in grandi strutture; ci sono i contestatissimi tagli alla spesa delle regioni che interessano svariati settori che vanno dal trasporto locale alle agevolazioni per le rette degli asilo nido; si è inoltre in procinto di innalzare l’età pensionabile per le donne con un lavoro statale, ecc. ecc
Insomma la crisi c’è e si fa sentire e lo Stato è costretto a stringere la cinghia e quando accade tutti i cittadini, soprattutto quelli appartenenti alle fasce reddituali più basse, ne soffrono dato che le spese più facili da comprimere (perché interessano una quantità maggiore di persone) sono quelle relative al welfare, cioè allo stato sociale.
Se però ci fate caso, nonostante molte spese sociali siano state tagliate e di molte altre se n’ è parlato, esiste ancora in Italia una classe di persone che non hanno assolutamente subito tagli o riduzioni alcune nei loro cospicui redditi. Avete indovinato sono proprio i nostri “amati” politici.
Lungi dall’emulare l’esempio del medico dell’antica Cina, questi parassiti (come altro chiamarli?) nonostante il Paese si trovi a soffrire una delle più gravi crisi dal dopoguerra, continuano indisturbati a percepire compensi faraonici e a godere di tutta una serie di assurdi benefici (post:UN PROGRAMMA PER CREDERCI) a spese dei contribuenti.
Noi, del movimento Aboliamo il lavoro preacrio, abbiamo come punto fondamentale e imprescindibile del nostro programma l’eliminazione del lavoro precario (che ridarebbe speranza e dignità sociale a milioni di lavoratori), ma un altro importantissimo punto del nostro programma è l’abolizione di tutti i benefici della casta e la drastica riduzione dei loro stipendi (post: TOGLIERE ALLA CASTA).
Non è populismo; non è demagogia. E’ semplicemente equità sociale. In una democrazia normale la classe politica non può e non deve permettersi di ergersi a sovrano, strapagato e viziato da un’infinità di anacronistici benefici; deve piuttosto, dove possibile, condividere i problemi del popolo perché solo chi è consapevole di un malessere, solo chi lo vive in prima persona, può contribuire a trovarne la soluzione.
Ma loro, la casta, rimangono insensibili ai problemi del popolo e questo, in verità, rimane indifferente alla vergognosa ingordigia di questi uomini, non sapendo che proprio l’attuale spesa per il mantenimento dei politici contribuisce in modo rilevante ad incrementare il deficit nazionale e di conseguenza rappresenta una delle voci primarie responsabili dei tagli allo stato sociale di cui sopra.
Addirittura moltissime persone continuano a parteggiare, sostenere o votare tali partiti, nessuno dei quali (e ribadiamo nessuno) ha mai pensato a ridursi in modo rilevante i compensi percepiti o a modificare leggi e leggine che gli permettono di godere di contributi statali di centinaia di milioni di euro all’anno (come continuano a sostenerli nonostante tutti questi partiti, e ribadiamo tutti, abbiano schiavizzato, un’intera generazione con l’invenzione del precariato). Di chi è allora la colpa? Ritornando all’esempio cinese del medico che chiede di essere pagato o del cittadino che nonostante versi in gravi condizioni di salute continua a pagarlo?
Per questo diciamo a tutti gli italiani e soprattutto a tutti i lavoratori precari:
aiutateci a fare crescere il nostro movimento. Diventate attivisti del nostro movimento nelle vostre zone di residenza. Aiutateci a diventare partito in modo che si possa mandare a calci nel culo fuori dal Parlamento l’attuale vergognosa casta politichese e si possa sostituirla con persone più degne, più oneste, più trasparenti e soprattutto più vicino al popolo anche e soprattutto economicamente.
Grazie per l’attenzione
Lo staff di Aboliamo il lavoro precario