Dai ricordi del fotografo Augusto De Luca.
“Madre Snaturata é stata un’operazione promossa da me nelle vesti di Graffiti Hunter (Cacciatore di Graffiti) e dall’artista Iabo nei confronti del Museo Madre di Napoli. Quale “Madre” dimentica i propri figli? Questo il dubbio alla base dell’operazione. Ora spiego il motivo.
Sabato 25 aprile 2009 alle ore 21 il Museo Madre ( Museo d’Arte Donna Regina in via Settembrini 79, Napoli ) inaugurava la collettiva Urban Superstar Show, organizzata dalla galleria romana Mondopop sotto la direzione di Davide Vecchiato. La mostra vedeva la partecipazione di ben 33 artisti internazionali, tra cui 11 italiani che come citava il comunicato erano: “…alcuni tra i nomi più interessanti della giovane Arte Contemporanea che nasce dalle ultime tendenze delle culture giovanili e urbane…”. Ed ecco il problema: gli unici artisti italiani provenivano tutti da Roma in su.
Dove era finita l’arte napoletana e quella del meridione in genere? Come era possibile che un Museo, come il Madre, che ospitava un evento, il primo di tal genere, dedicato alla Urban art, e alla Street Art Italiana e internazionale non prevedeva la partecipazione di nessuno dei suoi “legittimi figli”? Queste alcune delle domande che ci ponemmo.
Indignati e offesi dal tradimento del Museo Madre ideammo allora l’operazione “Madre Snaturata”, con un logo che ricalcava quello ufficiale del Museo, ma lasciava sgocciolare la pittura: come se stesse perdendo il suo carattere originario e si stesse diluendo e “snaturando”. Infine utilizzammo un’ immagine del famoso gallerista napoletano Lucio Amelio scomparso anni fa, su alcuni posters di varia grandezza che incollammo di notte sui muri di tutta Napoli. Lucio Amelio, diventava quindi il portavoce di questa PROTESTA – PERFORMANCE.
Grazie alla diffusione web tramite il Ziguline Magazine e vari myspace, facebook, siti e blog, l’operazione si estese a macchia d’olio. Furono molti gli artisti a favore dei loro colleghi, come: il collettivo Satoboy di Salerno, Trapanig, Helios, korvo, Biodpi, Last 22, Panik e tanti altri del sud e non solo, che all’inaugurazione della mostra risposero con diversi happening fuori al Madre. Tanti gli stickers incollati sui muri e le performance come quella dei Satoboy che invasero l’entrata del Museo con dei bambolotti imbavagliati, che rappresentavano i figli di una “Madre Snaturata” che non potevano parlare e non si potevano esprimere.
Un’azione di sabotaggio pacifica che nel nome dello scomparso gallerista partenopeo Lucio Amelio voleva far sentire la sua voce”.