Il titolo TIM è rimasto anche martedì al centro dell’attenzione degli investitori. Se lunedì era stata la proposta del fondo americano Kkr a scuotere il listino, innescando un rialzo del 30% di TIM, martedì c’è stato un piccolo passo indietro dopo la reazione di Vivendi alla proposta americana (al momento oggetto di una manifestazione di interesse non vincolante).
Tim tiene sulle spine gli investitori
Andiamo con ordine. Kkr ha rotto gli indugi e presentato una proposta di acquisizione della compagnia Tim, mettendo sul piatto 0,505 euro per azione.
Questo annuncio ha innescato un balzo del titolo tlc, inondato dagli acquisti degli investitori. Chi adotta strategie opzioni binarie 1 minuto ha sfruttato la volatilità del titolo, che ha chiuso lunedì a 0,4513 euro, guadagnando il 30%. Ha finito non distante dal valore offerto dal gruppo Usa.
Il no secco di Vivendi
Martedì però l’umore si è raffreddato, dopo che Vivendi (azionista col 24%) ha respinto la proposta.
Il gruppo non soltanto ha definito l’offerta di Kkr “inadeguata“ (anche perché ha comprato la sua quota a oltre 1 euro ad azione), ma ha ribadito che in ogni caso non intende vendere la sua parte in Tim.
A questo punti gli investitori hanno frenato la corsa del titolo, che martedì ha perso il 4,7% scendendo a 0,43 euro, quasi il 15% in meno del prezzo di 0,505 euro indicato da Kkr.
Questione chiusa? No
Apparentemente la faccenda sembra chiusa, ma la media company transalpina già in passato ha fatto il contrario di quanto detto, come sottolineani gli analisti delle piattaforme online gratis.
Tuttavia, le difficoltà per Kkr sono diverse e importanti, non solo economiche ma pure politiche. Infatti Telecom Italia è considerata un’azienda strategica e il Governo è presente tramite la quota del 9,8% di Cassa depositi e prestiti. Inoltre se Vivendi non cede il 24%, sarebbe difficile convivere con un socio così.
Dagli USA comunque rimbalza la notizia di valutazioni interne al fondo Usa riguardo un possibile rilancio. Si dice addirittura tra 0,7 e 0,9 euro ad azione, che porterebbe la futura opa a valutare Tim più di 19 miliardi di euro, fino all’80% in più di quanto preliminarmente indicato nel comunicato stampa del gruppo telefonico.
Voci comunque già spente da Kkr.