Uno dei temi più ricorrenti degli ultimi mesi tra gli investitori è la sostenibilità. Questa esigenza, che già si avvertiva da tempo, è stata resa ancora più forte dalla pandemia, che ci ha fatto capire quanto conti l’attenzione all’ambiente in cui viviamo. Eppure il mondo degli investimenti non ha per niente dimenticato il carbone. Lo dicono in modo chiaro i numeri.
Il carbone resa un asset vivo per gli investitori
In base a un recente studio infatti, si evidenzia che molti grandi investitori stanno ancora puntando forte sul carbone. Malgrado la sostenibilità sia un argomento sempre più rilevante anche dal punto di vista finanziario, all’inizio di questo anno ben 4.488 investitori istituzionali mondiali detenevano fino a 1,03 trilioni di dollari in società che operano lungo la catena di approvvigionamento del carbone. In testa alla classifica troviamo gli investitori USA, che sono il 58% del totale.
Se guardiamo ai nomi degli investitori nel carbone, ci sono veri e propri big della finanza. Come Vanguard, che vanta partecipazioni di quasi 86 miliardi di dollari. Ma anche il fondo BlackRock, con investimenti per oltre 84 miliardi di dollari. Ci sono anche soggetti che sono fornitori di opzioni binarie segnali gratis affidabili.
Banche attive
Non solo: tra il 2018 e il 2020, ben 665 banche di tutto il mondo hanno concesso prestiti (315 miliardi di dollari) e fatto sottoscrizioni (808 miliardi di dollari) in queste società.
Il carbone quindi è tutt’altro che sulla via del declino, e oltre a questi dati ci sono diversi pattern affidabili che lo dimostrano.
Riguardo alla esposizione delle banche verso le società che operano nel carbone, l’Asia la fa da padrona. Le banche giapponesi infatti si distinguono come principali finanziatori del carbone, seguite dalle banche statunitensi e da quelle del Regno Unito. Infatti la nipponica Mizuho guida la classifica con 22 miliardi di dollari di prestiti negli ultimi due anni. Seguono Sumitomo Mitsui Banking Corporation che arriva a 21 miliardi e Mitsubishi UFJ Financial Group a 18 miliardi. Poi ci sono Citigroup (13,5 miliardi di dollari) e Barclays (13,4 miliardi di dollari).