Se hai un giardino o se per qualche altro motivo ti trovi a gestire uno spazio verde, dall’orto al campicello sai bene due cose: che è la natura a scandire i tempi delle attività da svolgere e che per fare ciò che deve essere fatto ti servono una varietà di strumenti.
La prima affermazione è un fatto conclamato. Le attività dell’uomo seguono per forza di cose i ritmi delle piante che sono collegati ai cicli delle stagioni.
Banalmente, se hai un giardino le foglie le rimuoverai d’inverno perché prima dovranno cadere dagli alberi. O se hai un orto la semina la farai a fine inverno, in modo che i semi possano svilupparsi in piante con i primi raggi del sole primaverile. E così via per tutte le attività: la zappatura dei campi, la semina, la potatura, i trapianti, le talee, gli innesti, i trattamenti fungicidi. Ognuna di queste richiede di essere svolta tassativamente in un periodo di tempo limitato se si vuole avere un bel raccolto, un bell’orto o un bel giardino.
La seconda affermazione è un altro dato di fatto. Se si vogliono fare le cose per bene – in giardino, campo o orto – bisogna disporre degli strumenti giusti e saperli usare. La motozappa quando c’è da rivoltare il campo; l’idroseminatrice quando c’è da seminarlo; l’irroratore quando c’è da applicare il fungicida, la forbice a batteria quando bisogna potare; il tagliaerba o il decespugliatore quando si deve fare lo sfalcio e via dicendo.
Dalla combinazione di questi due fatti può sorgere però un problema discreto per le tasche: ci si ritrova a dover comprare un set di attrezzi e macchine costose che però si usano una volta l’anno, perché finita la finestra in cui servono si rimettono nel ripostiglio.
È un modello sostenibile economicamente se le operazioni sono svolte su scala: se si hanno diversi campi ha senso dotarsi di una motozappa di proprietà. Così come se si hanno decine di alberi di ulivo può avere senso acquistare uno scuotitore.
Ma colui che non lo fa su grande scala per lavoro, ma opera su piccoli appezzamenti per diletto, può giustamente chiedersi se l’acquisto di queste attrezzature rappresenti un investimento sensato.
Compreremmo un trattorino da migliaia di euro se lo usassimo una volta in un prato di 4 metri quadri ogni morte di Papa?
Per questo motivo sta prendendo sempre più piede tra i distributori di strumenti e macchine per la gestione del verde la formula del noleggio: invece che comprare lo strumento o il veicolo specifico di cui si ha bisogno, lo si prende in affitto per la finestra di tempo in cui è necessario.
Se si opera su scala medio piccola conviene a mani basse questo approccio: non si spende un capitale per una macchina che si usa una volta l’anno e soprattutto si schivano tutti i costi di manutenzione/riparazione, che ricadono sul noleggiatore.
Tra le aziende in Italia che propongono questo approccio ai clienti c’è Giachino Garden a Borgaro Torinese, punto di riferimento in Piemonte per la cura del verde.