Dai ricordi del fotografo Augusto De Luca.
“Sono sempre stato affascinato dai resti delle culture antiche, pregne di storia e testimoni di bellezze classiche di tempi passati.
Era da molto tempo che desideravo tornare a visitare il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Quella mattina però volevo fare di più, era nato in me un disegno preciso: fotografare quegli spazi pieni di opere che in qualche modo li rendevano anche così misteriosi.
Volevo coglierne il senso surreale interpretando gli accostamenti casuali di quei segni e di quelle tracce, scoprendone forse l’essenza più nascosta. Allora armato della mia fotocamera entrai in questo luogo magico alla ricerca ed alla scoperta di prospettive e inquadrature insolite che esprimessero anche un punto di vista del tutto personale.
Le mie fotografie solitamente vivono di correlazioni tra oggetti e tagli particolari che sono parte del mio sentire. Lì ci sono io. Un modo probabilmente anche di fare autoanalisi. In questa nuova avventura mi accompagnò mia moglie Nataliya, documentando tutto con una piccola videocamera. Girando in quelle grandi stanze individuai composizioni inedite tra statue ed ombre, tra superfici antiche e strutture moderne che in un gioco metafisico si intrecciavano formando singolari accostamenti. Scoprivo e scattavo continuamente, totalmente rapito dalla bellezza di questi contrasti. Una mattinata intera dedicata al lavoro: ma alla fine avevo realizzato una notevole quantità di immagini che mi avevano soddisfatto appieno e…mi ero anche divertito moltissimo”.