Nella metà degli anni 80, frequentavo assiduamente il Grenoble, l’Institut Français di Napoli e, ad una delle tante mostre organizzate nei suoi spazi, conobbi Giuliana Gargiulo, scrittrice e giornalista molto quotata, collaboratrice di diverse testate italiane, sorrentina di nascita e nel cuore, ma residente nel capoluogo campano.
Una viaggiatrice nata, che ha fatto del percorso della sua esistenza motivo di continuo confronto e stimolo intellettuale. Onnipresenti i colpi di scena nella sua carriera, sui quali si è soffermata nel racconto autobiografico che si intitola, appunto, ‘Colpo di scena’.
Da giovane ha lavorato anche come attrice, recitando, per diversi anni, nella compagnia di Eduardo De Filippo. Una vera Signora d’altri tempi che, con il suo garbo, la sua abilità nella comunicazione, la sua poliedricità, spesso, dopo aver intervistato nomi illustri del mondo dello spettacolo, del teatro e dell’arte, è riuscita ad instaurare con loro un sincero rapporto personale. Amica, infatti, di celebrità come Carla Fracci, Rudol’f Nureyev, Riccardo Muti, Renzo Arbore, e moltissimi altri protagonisti della Cultura internazionale, che non tardava a presentare a chi teneva in considerazione.
Per un decennio è stata anche Consigliere del Teatro Stabile di Napoli, poi dell’AIRC, Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, e degli Amici del San Carlo.
Una gran cuoca, poi, che mi deliziava, di frequente, con i suoi manicaretti, serviti in quella che, a tutti gli effetti, era diventata una sorta di casa – cenacolo, in via Martucci, dove incontravo sempre grandi menti con cui ci intrattenevamo a lungo a parlare di Bellezza.
Giuliana si innamorò subito del mio primo libro di fotografie della città, ‘Napoli Mia’, e insieme decidemmo di realizzare un lavoro sulle donne partenopee che in qualche modo avevano lasciato un segno importante. Fu così che nel 1987 uscì ‘Napoli Donna’, una pubblicazione di interviste e ritratti, edita dal Centro il Diaframma – Edizioni Editphoto, con la pregevole prefazione di Lina Wertmuller.
A questo seguì, quasi subito, ‘trentuno napoletani di fine secolo’, un volume questa volta sugli uomini di Napoli.
In uno dei nostri incontri a casa sua, avevo con me la macchina fotografica e, mentre lei scriveva in salotto, quasi all’improvviso, le scattai questa immagine, che amo molto, perché la riprende nel suo consueto modo di lavorare, sommersa da una moltitudine di bozze da rivedere, per qualche articolo che corregge senza sosta, in ogni angolo della casa e in ogni momento della giornata.
Nella foto c’è anche la sua vecchia Olivetti; una macchina da scrivere che lei adora e dalla quale non riesce mai a separarsi, proprio come me che vivo perennemente in simbiosi con le mie fotocamere.
L’incontro con Giuliana per me è stato sicuramente molto importante e ha segnato un momento decisivo della mia carriera di fotografo.
Grazie Giuliana.
Augusto De Luca