Il periodo del Covid, soprattutto nella prima ondata, pur nella sua drammatica tragicità ha avuto qualche effetto positivo se guardiamo l’altra faccia della medaglia: ci ha spronato a dare più importanza agli affetti e alle cose che davamo per scontato. E, allo stesso modo, ha risvegliato in noi l’amore non solo per il nostro pianeta, ma anche per la nostra terra.
E proprio in tale ottica è nata la canzone “Emilia”, interpretata dall’artista Daniele Zani nato a Cannuzzo di Cervia, e arrangiata da Tino Giunchi. Come rivelato dallo stesso cantante, la canzone è nata un po’ per ricordare i viaggi che ha fatto, infatti vengono elencati alcuni dei posti che ha visitato, e un po’ per apprezzare meglio le sue terre, le sue colline e il suo mare.
Il brano inizia con un motivetto coinvolgente e colorito, proprio com’è il carattere degli emiliani che hanno sempre il sole dentro e che fanno della giovialità e dell’accoglienza alcuni dei loro principali fiori all’occhiello. Sembra una sorta di ballata country in stile western dove Daniele ci accompagna idealmente nei suoi viaggi e ci racconta le esperienze che ha avuto mentre se ne andava su e giù per il mondo.
Nella prima parte della canzone ci porta nell’esotico e variegato Sud America: dall’assolata Rio alla sterminata Pampa, dalla Casa Rosada (sede centrale del potere esecutivo della Repubblica Argentina e monumento nazionale) alla ghiacciata Terra del Fuoco, da Bariloche (regione argentina della Patagonia che attira ogni anno migliaia di turisti) a Mare del Plata fino a Santiago.
Insomma, un elenco di luoghi esotici e a loro modo affascinanti, che sicuramente avranno lasciato qualcosa nell’animo di Daniele. Tuttavia nessun luogo può essere paragonabile a casa propria, come si evince dal ritornello piuttosto esplicito: “Ma non penso di avere trovato un posto come casa mia, la mia Emilia, in giro con gli amici in cerca della mia osteria”. Parole semplici ma che toccano il cuore, proprio come sanno fare i veri emiliani, ai quali basta la giusta compagnia e del buon vino per trovare la felicità.
Nella seconda parte della canzone Daniele ci ripropone altri posti che ha visitato, dal mondo africano al Canada giocondo, che offre spettacoli per gli occhi come il lago di Toronto, fino alla misteriosa India con i suoi tabù. Altri posti di rara e spettacolare bellezza, che sicuramente meritano di essere visitati, ma che ancora una volta non reggono il confronto con l’Emilia che rappresenta casa propria.
Proprio come Raoul Casadei in “Romagna in fiore”, anche Daniele Zani ha voluto dedicare una canzone-tributo all’Emilia, l’altra zona territoriale che insieme alla Romagna forma appunto l’Emilia-Romagna. Non è un caso che Daniele Zani, romagnolo doc, abbia sviluppato un rapporto così forte con la sua regione, l’Emilia-Romagna, che ha dato i natali ad altri cantanti del calibro di Lucio Dalla, Luciano Ligabue, Vasco Rossi, Laura Pausini, Francesco Guccini, Zucchero e Luciano Pavarotti solo per citarne alcuni.
A proposito di Emilia-Romagna, questa regione ha anche una forte tradizione gastronomica, alla quale fa accenno Daniele nella sua simpatica chiusura gastronomica: “La forchetta proprio non mi serve quando ho la piadina mia!”.
Biografia
Classe 1976, il quarto di cinque fratelli, nasce e vive a Cannuzzo di Cervia (RA),una piccola frazione, immersa nella verde campagna romagnola, a pochi passi dal mare e dalle colline.
Inizia a coltivare la passione per la musica sin da bambino, prima ascoltando, poi studiando chitarra, pianoforte e canto, quindi intraprendendo la scrittura di pezzi propri in stile pop.
E sono proprio questi pezzi che che presentera’ a vari concorsi fra i quali Sanremo Giovani, San Marino Festival, Festival Song di Sicilia, ecc…
Polistrumentista, Daniele auto produce i suoi pezzi e si mantiene da sempre, lavorando come falegname e suonando come pianobar, nei locali della riviera romagnola
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