Sondaggio dei frati francescani del Sacro Convento di Assisi sulle "devozioni" dei membri dell'esecutivo: al primo posto c'è il patrono d'Italia, a cui si rivolgono il premier Monti e i ministri Riccardi, Profumo, Clini e Catania. Sant'Agostino è invece il preferito del ministro Passera, mentre il sottosegretario Catricalà è devoto a Sant'Antonio da Padova.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ad esempio, si affida a San Francesco perché "ha scritto il Cantico delle Creature, che è un poetico inno alla vita". Così come il ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, ricordando "lo spirito di Assisi" non poteva non affidarsi al Patrono della Nazione. Risposta "scontata" del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo che si affida al Santo di cui porta il nome. Al Santo d'Assisi, patrono dell'ecologia, si rivolgono anche il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Mario Catania e il ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Sono quindi 5 i membri dell'attuale Governo che scelgono San Francesco, segno che il suo messaggio è più che mai attuale e di grande spessore spirituale ed esistenziale.
Articolata l'analisi del ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture Corrado Passera: "Il Santo a cui mi rivolgo è Sant'Agostino che, oltre a essere uno dei più grandi pensatori dell'umanità, è un uomo che ha saputo cambiare totalmente vita, lasciandosi tutto alle spalle. Agostino ha saputo contemperare nel suo pensiero fede e ragione e, soprattutto, ha saputo immaginare e poi contribuire a realizzare un mondo nuovo, superando vecchi dogmi e percorrendo strade di cambiamento".
"Si tratta di una risposta che coglie il momento storico che si sta vivendo nel nostro Paese nella sua drammaticità e nella sua potenzialità" ha osservato padre Enzo Fortunato direttore della rivista San Francesco Patrono d'Italia.
Per quanto riguarda gli altri membri del governo, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, che si affida a Santa Barbara; il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, devoto a San Luca; il ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi a San Lorenzo; mentre il ministro della Salute Renato Balduzzi, si affida al Servo di Dio Giuseppe Lazzati: "Fu deputato alla Costituente, rettore dell’Università Cattolica e uno dei grandi protagonisti del laicato cattolico italiano del Novecento. Uomo dell’Azione Cattolica, negli ultimi anni della sua vita fu consigliere nazionale del Meic, il Movimento degli intellettuali cattolici, e proprio grazie a quella comune esperienza il Ministro ha potuto conoscere di persona il futuro Servo di Dio. Oggi è in corso il processo di beatificazione".
Il ministro della Giustiza Paola Severino, che si affida alla Madonna di Pompei; il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, alla Vergine Maria; il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, devota a San Carlo; e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, che si affida a Santa Caterina da Siena perchè in una sua lettera scrive: "Il potere è solo un ‘prestito’ di Dio e dunque nessuno ha il diritto di appropriarsene indebitamente".
Non poteva mancare il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, devoto di Sant'Antonio di Padova ''difensore dei poveri''. Infine, il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Filippo Patroni Griffi, il ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi e il ministro per gli Affari Regionali, Turismo e Sport Piero Gnudi che non hanno un santo preferito al contrario del ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, che si professa non credente.
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