Nell'arco di pochi mesi l'opinione di Trump riguardo alla Cina sembra essere sorprendentemente cambiata. In piena campagna elettorale, il candidato Trump accusava il governo cinese di manipolare il cambio in modo da ottenere un vantaggio competitivo (per vedere come si è evoluto il cambio, potete usare Bdswiss, qui vi spieghiamo perché il broker Bdswiss è affidabile). Un'idea che peraltro Trump ha continuato a sostenere fino a poche settimane fa, salvo poi cambiarla improvvisamente.
Ad inizio aprile infatti, Trump ha sorpreso tutti dicendo che la Cina non manipola affatto il cambio. Inoltre nel rapporto semestrale che il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ha appena trasmesso al Congresso, l’amministrazione non ha identificato la Cina come manipolatore del tasso di cambio, nonostante le ripetute minacce formulate dallo stesso presidente. Perché questo voltafaccia?
Analisi del rapporto di cambio dollaro-yuan
Se consideriamo gli eventi, la Cina non ha cambiato la sua politica valutaria, per cui questa motivazione non può esserci. sembra molto più probabile invece che questo cambio di rotta da parte del presidente sia più che altro legato a una personale strategia politica. In sostanza: la Cina non manipolare il cambio, ma è Trump che manipola le notizie.
Dal 2015 lo yuan si è deprezzato rispetto al dollaro (ricordste tutti i migliori segnali forex gratuiti di quel periodo?), ma non sembra che ci sia stato un intervento da parte della banca cinese, che non ha venduto la propria valuta al fine di tenerne basso il prezzo. L'eccesso di importazioni americane dalla Cina si è affievolito come minimo negli ultimi cinque anni; e quindi non ci sono fondamenti alle "vecchie" accuse di Trump.
Questo porta a ritenere che Trump, coerentemente con quello che fa di solito, ha utilizzato in modo distorto le notizie per fare consenso, ma che allo stesso modo le ha poi ridistorte in base alle sue convenienze politiche di breve periodo.