Arriva un nuovo aumento del costo del denaro da parte della Reserve Bank of Australia. Il meeting di politica monetaria si è infatti concluso con la decisione di alzare il tasso di interesse di 50 punti base. Il nuovo livello sale così al 2,35%, come non si vedeva da gennaio 2015.
La RBA e il costo del denaro
L’istituto centrale aveva già fatto diverse strette negli ultimi mesi. A maggio il costo del denaro era stato alzato di 25 pb, mentre nei mesi di giugno, luglio e agosto la stretta era stata di 50 punti base.
Lo scopo di questi interventi è contrastare l’avanzata dell’inflazione, che si teme possa raggiungere il 6% durante il secondo semestre del 2022.
I policy makers hanno confermato il loro massimo impegno nel tentare di riportare i prezzi nel range obiettivo del 2-3%, mantenendo al tempo stesso l’economia su una strada non accidentata. Per questo la RBA si aspetta di effettuare ulteriori strette nei prossimi mesi. Tuttavia, la dimensione e l’intensità degli interventi dipenderà dai dati macro in arrivo.
La reazione del dollaro AUD
Dopo la decisione della banca centrale sul costo del denaro, il dollaro australiano ha perso quota. Il rapporto di cambio rispetto a quello americano (AUDUSD) è nuovamente tornato sotto 0,68, scambiando vicino ai livelli più bassi in quasi otto settimane, e avvicinandosi nuovamente ai minimi di 2 anni. Inoltre è uscito dal Keltner channel.
Nota bene: quando si negoziano valute, è importante conoscere le differenze tra stocastico lento veloce full.
RBA e FED
A penalizzare il dollaro AUD è anzitutto la divergenza tra la RBA e la FED. La banca centrale australiana ha eliminato un riferimento alla politica di ‘normalizzazione‘, suggerendo che i tassi si stavano avvicinando a quelli che la banca centrale considera livelli neutrali. al contrario, la Federal Reserve sembra ancora lanciata nella sua battaglia aggressiva contro l’inflazione.
Un altro fattore che sta penalizzando la moneta australiana è la situazione della Cina. Il principale partner commerciale dell’Australia ha varato nuovi lockdown, con inevitabili conseguenze sull’attività economica (e di riflesso sull’export australiano).
