Dopo aver superato i 240.000 stream su Spotify e le 100.000 views su YouTube con “Amore Toxic”, anche grazie alla partecipazione di Giacomo Giorgio (Mare Fuori) e Brunella Cacciuni (Il Collegio), e dopo la collaborazione con DANDY TURNER nel singolo “Attimo”, zatta è pronto a stupire il suo pubblico sempre più numeroso e variegato con il primo progetto full length, “Vergine d’Amore”, un concept album dalle sonorità urban-pop che si muove con naturalezza tra pop e rap, unendo introspezione e ritmo in otto tracce che tessono il fil rouge di un racconto onesto, fatto di amore, rimpianti e speranza, capace di unire e parlare a più generazioni con una sensibilità e un’eleganza che trovano un legame immediato con gli ascoltatori.

Un titolo emblematico per un’opera che si colloca nell’era delle contraddizioni: da un lato, un mondo che corre veloce e vive di superficialità; dall’altro, la ricerca di un amore sincero e privo di filtri e costruzioni, spesso intrappolato tra ricordi e sogni infranti. “Vergine d’Amore” è un progetto che si pone come uno specchio delle emozioni di un’individualità sempre più marcata, ma al contempo sacrificata sull’altare dell’apparenza collettiva, traducendo in musica quei momenti di vita che segnano, trasformano e si imprimono tra le cicatrici e le pieghe dell’anima, spingendoci però a guardare avanti, anche quando tutto sembra fermo dentro di noi e frenetico al di fuori.

Ciascuno degli otto brani che compone il disco presenta un’identità ben definita, raccontando frammenti di vita che parlano di relazioni, cambiamenti e del peso delle scelte, in un intreccio magistrale di melodie e parole che resta addosso come un abito cucito ad hoc sul cuore, che segue il ritmo delle emozioni e si adatta ai percorsi unici di chi lo ascolta.

«”Vergine d’Amore” – spiega zatta – è un progetto che nasce da esperienze personali, dai miei vent’anni vissuti tra sogni, errori e voglia di guarire dalle ferite del passato. È un viaggio che voglio condividere con tutte le persone che si sono sentite perse, e che ora sono pronte per ritrovarsi.»

Un album che si svela traccia dopo traccia, aggiungendo di volta in volta un tassello ad una narrazione sulle fragilità, i legami e i cambiamenti, per restituire un mosaico di vissuto che ci ricorda tutta la strada percorsa per farci scoprire, con meraviglia ed un sorriso, che il passato non va rinnegato né rimpianto, ma convertito in un trampolino di lancio per tuffarsi nel futuro, in un domani più chiaro e consapevole.

A seguire, tracklist e track by track del disco.

“Vergine d’Amore” – Tracklist:

1. Vergine d’Amore (Intro)
2. Attimo (con DANDY TURNER)
3. In Due
4. Quinto piano (Remastered 2024)
5. Scusa Mary
6. Parlano di me (feat. Biancamare)
7. Salice
8. Domani

“Vergine d’Amore” – Track by track:

“Vergine d’Amore (Intro)”: un’introduzione che incanta, con l’eleganza del pianoforte a fare da culla ad un testo malinconico e personale. «Scrivo il mio futuro con una matita, ma due secondi e la mina è sparita»; un’immagine delicata e struggente che racchiude la precarietà dei sogni e delle aspettative, simbolo di una generazione in bilico tra speranza e disillusione.

“Attimo” (con DANDY TURNER): la traccia che ha aperto la strada al disco, un pop malinconico ma al tempo stesso ballabile che racconta gli stati emotivi che si susseguono dopo la fine di una relazione. Nel ritornello, «questione di un attimo, poi ripensi a me e io ripenso a te», fluisce la lotta, il conflitto tra orgoglio e nostalgia.

“In Due”: il racconto intimo di una storia d’amore che, pur giunta al capolinea, continua a vivere nei ricordi. Versi come «Se stanotte fosse l’ultima che noi passiamo in due, avrò sempre il bel ricordo in mente fisso di noi due» riflettono un’ultima notte tra passione e addio.

“Quinto piano (Remastered 2024)”: un brano iconico della carriera di zatta, che con oltre 80.000 stream si presenta in una veste rinnovata. «Ti ho sempre dato il meglio, ma il mio meglio non ti basta»; strascichi di un amore consumato tra rimpianti e orgoglio.

“Scusa Mary”: un pezzo di profonda sincerità in cui l’artista si scusa per gli errori commessi: «scusa Mary, forse non sai che mi manchi». Una confessione sincera, amplificata dalla disillusa ammissione «ci siamo incontrati dappertutto ma non c’è mai stato un nostro punto di incontro»; un riconoscimento dolceamaro delle distanze mai colmate, nonostante le occasioni.

“Parlano di Me” (feat. Biancamare): la traccia più rap dell’album, un richiamo agli anni ‘90-‘00 che non dimentica di dialogare con l’oggi. «Ogni volta che ci provo sono in bilico», la ricerca equilibrio tra passato e presente, arricchita dalla voce di Biancamare che aggiunge eleganza e profondità, impreziosendo il brano con sfumature che lo rendono senza tempo.

“Salice”. Ritmata ma malinconica, “Salice” parla di una separazione difficile: «un salice non fa frutti, ma tu sei chiusa come gusci». Un gioco di contrasti tra musica e testo che amplifica il senso di perdita e distanza, lasciando spazio alla riflessione.

“Domani”: l’ultimo brano del disco è un addio intriso di dolcezza: «e oggi penserò a te, però domani chissà se mi passerà». Una chiusura poetica che invita a guardare avanti, nonostante il peso dei ricordi.

Con una voce che si muove tra rap e melodia, e una capacità narrativa che intreccia arte e musica, zatta riesce a connettersi con il pubblico in modo unico e del tutto personale, trasformando le proprie esperienze in immersioni musicali per tutti coloro che hanno vissuto l’amore, i suoi contrasti e le sue conseguenze. “Vergine d’Amore” è un ritratto sincero di una generazione che cerca di ritrovarsi tra nostalgia, errori e nuove possibilità. Con questo debutto, zatta si conferma una voce da tenere d’occhio nel panorama urban-pop italiano.

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