La situazione economica dell'Europa dopo la Brexit è diventata ancora più incerta di quanto non lo fosse prima. E' sbagliato prendersela soltanto con la decisione degli inglesi di uscire dalla UE, dal momento che i segnali di incertezza e instabilità c'erano anche prima. Però è fuori di dubbio che la Brexit ha amplificato notevolmente la percezione di debolezza dell'Europa.
Il clima di incertezza post-Brexit
A risentirne è ovviamente la moneta unica, che ha perso terreno sia nei confronti del Dollaro che dello YEN, anche se si assiste a una timida ripresa. Sebbene il rischio contagio della Brexit sia ancora concreto, sembra comunque che il cross con la moneta statunitense riesca a reggere sopra quota 1.08 nei prossimi mesi. Restano però forti le spinte al ribasso, almeno secondo i segnali operativi che giungono dal Forex, ovvero il mercato valutario.
Saranno molto importanti i prossimi appuntamenti politici di qui a fine 2016, che fortunatamente non prevedono altri referendum per l'uscita dall’UE in altri Paesi. C'è però l'importantissimo appuntamento elettorale negli USA, dove domina l'incertezza. C'è il referendum costituzionale in Italia e le elezioni generali nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania (dove la posizione della Merkel sembra traballante). Tutti fattori che potrebbero innescare ulteriori incertezze che si riverserebbero anche sull'economia reale, sulle prospettive della BCE e dell'Euro, anche se di impatto che resta difficile da quantificare.
Ad ogni modo, il FMI (Fondo monetario Internazionale) ha già detto che l'Euro si trova davanti a un bivio, e le incertezze politica rischiano di alimentare i venti contrari già presenti per la crescita della zona euro, tanto da spingere (o costringere) la BCE ad aumentare lo stimolo di politica monetaria.