Il tunnel della Manica è diventato il simbolo del legame tra la Gran Bretagna e l'Europa. L'ormai prossimo referendum che chiamerà alla decisione più importane degli ultimi decenni i cittadini britannici potrebbe invece spezzare quel legame. Si chiama Brexit, ma si legge "paura". Il termometro di questo timore sono i mercati finanziari, dove quella paura si mescola alla febbrile attesa del referendum del 23 giugno, e la Brexit già sta facendo sentire i suoi effetti sui listini e sulle valute (leggi qui), finendo per creare grosse apprensioni nei traders.
Dal FMI alle agenzie di rating, da Obama alla Bank of England, in tanti si sono schierati contro l’uscita dall’UE del Regno Unito, facendo leva sui possibili rischi economici che una tale scelta comporterebbe. Ma quali potrebbero essere veramente nessuno può prevederlo con precisione. Magari succederà di tutto oppure non accadrà nulla, se non una piccola spallata ai mercati finanziari. Però se una rivista come l'Economist inserisce la Brexit tra i 5 possibili scenari più catastrofici per i mercati, il timore è chiaro che sia alto.
Secondo uno studio della Bertelsmann Stiftung, la Brexit potrebbe costare ai contribuenti inglesi circa 313 miliardi di Euro, e una contrazione del Pil pari al 14% nel giro dei prossimi 12 anni. Sono due gli scenari "limite": una perdita pro capite del Pil da 220 euro, oppure nell'ipotesi più pessimistica si potrebbe arrivare a una perdita pro capite di 1025 euro.
A livello di singoli settori economici le cose andrebbero male. La Brexit potrebbe infatti spingere i Paesi dell’UE a regolamentare in maniera più stringente gli scambi con il Regno Unito, con conseguenze importanti. Il settore finanziario perderebbe un 5% e potrebbe appesantirsi nel caso in cui molti degli istituti finanziari con base a Londra decidessero di spostare le loro sedi nelle capitali finanziarie dell’Eurozona tipo Francoforte. Il settore messo peggio di tutti è quello chimico: perdite stimate nell'11%. Gli altri settori maggiormente colpiti dalla Brexit sarebbero il meccanico e quello dell’ingegneria. Ad ogni modo, secondo lo studio in questione, il rischio Brexit ha più carattere politico che non economico, per quest’ultimo bisognerà aspettare due o più anni per vederne gli effetti.