Mentre l’economia globale naviga nell’incertezza, le banche centrali di tutto il mondo sembrano aver ben chiaramente su cosa puntare. L’oro. Secondo Bloomberg tutto questo accade perché l’oro non discende da alcuna relazione con controparti potenzialmente inaffidabili, e per questo più sicuro. Questione di sfiducia, quindi.
Le mosse delle banche centrali
Gli istituti di tutto il mondo stanno facendo scorte di metallo prezioso. In base ai dati resi noti dal World Gold Council, nel mese di ottobre le scorte di metallo prezioso presso le banche centrali sono cresciute di 31 tonnellate, spingendo le disponibilità complessive a livello più alto mai registrato dal 1974.
Nel corso del terzo trimestre le tonnellate incrementali sono stati addirittura 400. Se consideriamo l’intero 2022 il numero di tonnellate detenute è cresciuto di oltre 700 (lo scorso anno l’incremento era stato di 463).
Va detto che il feeling tra banche centrali ed oro continua ad essere robusto da diversi anni. Siamo infatti al tredicesimo consecutivo in cui istituti hanno comprato più metallo pregiato rispetto a quanto ne hanno venduto. Inoltre gli indicatori di trend following segnalano che la tendenza continuerà ancora.
I paesi che puntano sull’oro
Tra tutti i paesi del mondo, quello che ha maggiormente puntato sul metallo prezioso quest’anno è stata la Turchia. La Banca Centrale turca ha infatti aggiunto 103 tonnellate alle sue scorte, distinguendosi come il più grande compratore di oro di quest’anno.
Anche gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto incetta di metallo prezioso.
Quello dichiarato e quello no
Bisogna precisare tuttavia che i dati rispecchiano soltanto gli acquisti dichiarati ufficialmente. Ci sono poi quelli non dichiarati delle riserve.
In questo senso si contraddistinguono le posizioni di Russia e Cina, due paesi che spesso non segnalano i propri acquisti. Proprio riguardo al paese del Dragone, gli analisti sono convinti che stia accumulando sempre maggiori quantità di oro, per ridurre al minimo la sua esposizione rispetto al Dollaro Americano. Si ritiene che Pechino abbia diverse migliaia di tonnellate di metallo prezioso che non compaiono nei libri contabili.
Il mercato
Nel frattempo sui mercati finanziari il prezzo dell’oro continua ad approcciare alla soglia dei $1800 l’oncia, dopo aver disegnato una Marubozu candela rialzista.
I docenti guadagni del metallo prezioso si legano soprattutto alla prospettiva di mosse meno aggressive da parte delle banche centrali. I tassi di interesse in diminuzione aumentano il vantaggio di detenere metallo prezioso.