Il fotografo Augusto De Luca ci parla dei suoi lavori su polaroid manipolate successivamente allo scatto:

“All’inizio degli anni ’80, ai Rencontres Internationales de la Photographies di Arles in Francia, conobbi Barbara Hitchcock, direttrice degli affari culturali della Polaroid Corporation a Waltham Massachusetts, che si occupava dell’acquisizione di fotografie artistiche per la Polaroid Collection in America.
Barbara, avendo visto e apprezzato alcuni miei lavori su Instant Kodak, mi chiese di realizzare delle immagini su Polaroid sx-70 per la loro collezione e mi inviò tantissimo materiale per iniziare il lavoro. Per me era una grande sfida e così mi misi subito all’opera. Sfruttando la forte saturazione cromatica di questo prodotto che certo non favoriva le sfumature, decisi di realizzare delle foto che ricordassero dei fumetti e come protagoniste delle immagini mi servii delle ombre. L’idea era di far vivere loro una propria vita, totalmente indipendente dall’oggetto o dal soggetto che le proiettava.

Polaroid sx-70 – di Augusto De Luca


Il lavoro piacque e fu preso per la raccolta della Polaroid americana. Poiché mi rimase tantissimo materiale polaroid, cominciai ad utilizzarlo sfruttando la possibilità di manipolare le foto. Le polaroid infatti, nell’interno avevano una sostanza pastoso che sviluppava l’immagine che poi appariva sulla parte anteriore, quella lucida della piccola fotografia quadrata. 

Polaroid sx-70 – di Augusto De Luca

Questa pasta si induriva completamente solo dopo alcune ore. quindi utilizzando uno stecchino di legno e spingendo sulla fotografia si ottenevano dei segni simili a pennellate. La polaroid quindi appariva come una via di mezzo tra una fotografia e una pittura. Allora, ad ogni evento e in ogni occasione, realizzavo dei piccoli ritratti ad artisti, addetti ai lavori, ecc. che firmavo e regalavo. In giro ce ne sono tantissimi e spesso qualcuno mi invia un file con la riproduzione della sua polaroid che io quasi sempre neanche ricordo di aver fatto. Comunque per me ogni volta é una bellissima scoperta; come quando trovi inaspettatamente in un tuo vecchio pantalone un po di euro. Ho continuato a lavorare su questa idea dal 1980 al 1985 utilizzando una Polaroid Land Camera Supercolor 1000, singolo scatto, unica ripresa”.

Augusto De Luca


Alcune di queste polaroid sono conservate nelle collezioni dell’International Polaroid Collection USA, della Bibliothèque Nationale di Parigi, del Musée de la Photographie di Charleroi in Belgio, e della Fondazione Lanfranco Colombo a Milano.

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