Al recente referendum sulla privatizzazione dell’acqua, tutti ci siamo sentiti indignati davanti alla prospettiva che il servizio di distribuzione di un bene cosi indispensabile potesse essere privatizzato. Ma proviamo a fare un analisi più approfondita sul sistama “acqua” in Italia, prendendo in considerazione non solo i consumi ma anche gli sprechi e altro ancora.
Facciamo prima una premessa generale, infatti è importante dire che il Pianeta è afflitto da una vera e propria crisi idrica, destinata ad aggravarsi.Ecco alcuni numeri:
-In mezzo secolo la disponibilità di acqua per ogni abitante si è più che dimezzata (anche a causa dell’aumento della popolazione). Nei prossimi vent’anni ne perderemo un altro terzo.
-L’aqua dolce liquida non ghiacciata costituisce solo l’1% del totale dell’acqua terrestre.
-Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, circa 80 paesi, ossia il 40% della popolazione mondiale, non hanno risorse sufficienti di acqua dolce (meno di 2,7 litri al giorno per persona) e almeno un miliardo di persone non ha accesso a risorse di acqua potabile.
-Dal 1960 ad oggi la disponibilità di acqua in Africa è crollata del 90%.
-Ogni anno 8 milioni di persone, metà delle quali bambini sotto i 5 anni, muoiono per mancanza di acqua potabile e la conseguente diffusione di malattie come diarree infantili e colera.
-Il 70% dei fiumi e il 60% delle falde acquifere sono inquinati.
-Solo 150 dei 250 grandi fiumi sono considerati recuperabili. Un quinto di tutte le specie di pesci d’acqua dolce è estinto o rischia di estinguersi.
E in estrema sintesi i dati ci dicono che circa 1,1 miliardi di persone, vale a dire il 18 per cento della popolazione mondiale, non hanno accesso all’acqua potabile.
Fatte le dovute premesse, guardiamo ora la parte dolorosa, ovvero gli sprechi: perché quello che sparisce ogni anno dagli acquedotti italiani è un vero e proprio fiume d’acqua (e di soldi!). Sono infatti circa 2,61 miliardi i metri cubi di H2O che, annualmente, il sistema idrico italiano lascia per strada e il tutto a causa di perdite fisiche o per mano dei soliti ignoti che rubano acqua.
La quantità di acqua immessa nel sistema si aggira intorno ad un valore di 8,72 miliardi di m3 e tenuto conto che la percentuale media di perdite è del 30% (alcune province superano ampiamente il 40% di perdite) ecco, allora, che si giunge ad un valore di 2,61 miliardi di m3.
Milioni di euro buttati…
Una cifra assolutamente attendibile, che ovviamente significa anche un’immediata, e diretta, perdita economica. Le società di gestione degli acquedotti, infatti, tirano fuori dei soldi per fornire l’energia elettrica e i servizi al fine di immettere l’acqua nelle condutture. Un’attività che, secondo Federutility, equivale al 10% dei costi industriali sostenuti per ogni metro cubo d’acqua. Costi, quest’ultimi, che in media si attestano in Italia sui 0,87 euro.
Tirando le somme, i 2,61 miliardi di m3 di acqua perduta significano circa 226 milioni di euro buttati via ogni anno. Soldi sprecati. Il che, in un momento di dura crisi come l’attuale, non è un bel vedere.
Le cifre sui consumi d’acqua poi sono sempre più allarmanti e in media ogni abitante del pianeta consuma oggi il doppio di acqua rispetto all’inizio del 1900, e globalmente, il consumo mondiale di acqua è circa decuplicato solo nell’arco di un secolo.
In fatto di consumo l’Italia è addirittura tra le prime in Europa e nel mondo con un consumo medio per abitante di 215 litri e se la Commissione mondiale per l’acqua indica in 40 litri al giorno a persona la quantità minima per soddisfare i bisogni essenziali, noi italiani ci facciamo solo la doccia mentre per molti altri rappresenta l’acqua di intere settimane.
Con un po’ di attenzione, si potrebbero ridurre fino al 50% l’uso delle risorse idriche, sia in Italia che all’estero, ottimizzandone il prelievo, sistemando gli acquedotti e regolamentando i settori agricoli e industriali.
Pobbiamo incominciare noi nelle cose di tutti i giorni ad esempio quando ci laviamo i denti, quando laviamo i piatti o usiamo la lavatrice perchè se è vero che l’acqua è un diritto, è anche un dovere farne un uso corretto.
Editore di scatolepiene.it
Senza parole. Complimenti Giac grande articolo. Sarebbe utile che tutti lo leggessero………
Fa’ davvero riflettere . A volte diamo per scontato queste cose . Grazie