Il mercato del petrolio ha ripreso a marciare, ma continua a portarsi dietro moltissimi dubbi di tenuta. Dopo l'accordo raggiunto presso l'Opec, il prezzo del barile ha vissuto una settimana di rialzi che l'ahnno riportato in orbita 50 dollari. Questo si è tradotto in un puntuale innalzamento dei prezzi alla pompa per la benzina. Già venerdì scorso c'erano stati dei ritocchi per i listini di carburante delle principali compagnie, che poi hanno cocnesso il bis in settimana.
I rincari alla pompa dopo il rally del petrolio
I primi rincari, come detto, c'erano stati tra venerdì e sabato scorsi. Ovvero poco dopo l'intesa raggiunta ad Algeri. Erano stati interessati i marchi TotalErg, Eni, Esso, Ip e Tamoil. Questa settiman, c'è stato un ulteriore ritocco da parte di Tamoil, TotalErg e anche Esso.
Era comunque prevedibile un andamento del genere, tenuto conto che il prezzo del petrolio è salito. Dopo che ieri ha riconquistato la soglia dei 50 dollari al barile, portandosi sui massimi da giugno, anche oggi le quotazioni di greggio stanno beneficiando soprattutto dell'aspettativa di una riduzione dell'output da parte dell'OPEC. Il Light Crude USA scambia ora a 50,42 dollari. Il Brent avanza a 52,55 dollari (dati +500, vedi qui come aprire un conto plus500 anche demo).
Quanto sono cresciuti i prezzi alla pompa? La Tamoil ha aumentato di un centesimo al litro. L'incremento fatto registrare da TotalErg è invece di 0,5 cent su verde e diesel, 1 centesimo per il Gpl. Anche Esso ha alzato il prezzo del Gpl di un centesimo. In media la benzina self service viene venduta a 1,461 euro/litro (+0,7 centesimi su venerdì), il diesel a 1,303 euro (+0,7 cent, pompe bianche 1,276). Per quanto riguarda il servito alla pompa, la benzina costa in media 1,563 euro (+0,5 cent), il diesel 1,410 euro/litro (+0,6 cent), il Gpl è venduto a 0,537 euro/litro (+0,2 cent), il metano a 0,977 euro/kg (prezzo ancora immutato).
Cosa accadrà nel prossimo futuro è però ancora tutto da decifrare. L'accordo raggiunto dal OPEC finora non ha alcuna efficacia concreta, diciamo che pè solo programmatico. Ecco perché molti analisti ci vanno cauti nelle loro previsioni. Non si sa come verrà ripartita la riduzione giornaliera di produzione di greggio, ne' se queste intese verranno poi concretamente rispettate. In questo contesto, secondo Goldman Sachs anche nel 2017 si avrà un surplus produttivo, per cui il greggio non supererà i 55 dollari al barile.