Israele è pronto a lanciarlo sul mercato, ma in Italia, nonostante la sua nascita risalga al 2008, non è stato ancora stato commercializzato. Si tratta del pomodoro nero, una variante del pomodoro classico, caratterizzato da un elevato contenuto di antociani, molecole antiossidanti presenti in frutti come l'uva nera e i mirtilli, utili a contrastare la formazione dei radicali liberi.

Se infatti il Black Galaxy (questo il nome della variante israeliana) sarà immesso sul mercato entro un anno grazie alla società Technological Seeds, il Sun Black, messo a punto da una ricerca coordinata dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa alla quale hanno partecipato le università di Pisa, Modena e Reggio Emilia e della Tuscia di Viterbo, non ha ancora trovato aziende pronte ad avviarne la commercializzazione.

“Il problema è che in Italia la ricerca in ambito agro-industriale non è sostenuta dal sistema delle imprese: le aziende non hanno il coraggio di investire nell’innovazione, oppure sono di dimensioni troppo piccole per affrontare sfide innovative”, spiega a Ign, testata online del gruppo Adnkronos, il professor Pierdomenico Perata, ordinario di fisiologia vegetale alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

“Nel caso del Sun Black – continua il docente – le industrie sementiere italiane hanno compreso il valore di questa ricerca, ma trattandosi di aziende molto piccole non hanno le risorse per investire. Ed è un peccato perché il risultato scientifico ottenuto con il progetto ‘TomAntho’ rappresenta un’ulteriore conferma della vitalità della ricerca condotta in Italia: con circa 150.000 euro (finanziamento del Ministero dell’Università) è stato infatti possibile un risultato che ha portato a pubblicazioni scientifiche ma che potrebbe anche modificare in maniera significativa l’alimentazione umana”.

Perata spiega che “dietro alla realizzazione del Black Galaxy ci sono ricercatori come noi, che però alle spalle hanno il supporto di un sistema agro-industriale importante, disposto ad investire soldi nell’innovazione. Anche noi –aggiunge – abbiamo ricevuto offerte, ma si trattava di somme irrisorie, non sufficienti a coprire le spese di ricerca necessarie per sviluppare ulteriormente la ricerca e per la immissione sul mercato”.

Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Il-pomodoro-nero-LItalia-non-ha-il-coraggio-di-investire-nellinnovazione_313140016937.html

 

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